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L’incanto di Gianni Aversano e i Napolincanto… |
L’amore per la propria terra e per la propria gente, la conoscenza e il rispetto e il “sentimento” delle tradizioni autenticamente e profondamente cristiane, ricerca, documentazione, passione per la verità storica unita all’esigenza di divulgarla e di farla capire a tutti (nello spirito di quel Sant’Alfonso più volte richiamato), grandi doti canore e musicali, arrangiamenti essenziali ed efficaci, un’armonia esemplare tra gli impeccabili elementi del gruppo, capacità di coinvolgere il pubblico, il giusto rapporto tra serenità e rabbia, tra radici e orgoglio, una sapiente dose di ironia (dote trimillenaria dei Napoletani veri), in un “mix” difficilmente rintracciabile nel panorama non solo musicale e non solo italiano… Tutto questo è Gianni Aversano con il suo gruppo dei Napolincanto. In qualsiasi altro
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Il Nord per la verità storica, il Sud (ancora) no… |
In pochi giorni due episodi significativi dei risultati raggiunti e da raggiungere nella complessa e necessaria opera di ricostruzione della verità storica: durante una seduta del consiglio comunale di Bacoli passa un documento per la celebrazione del bicentenario dei Carabinieri ringraziati anche “per la lotta ai briganti”. Solo grazie all’intervento e all’opposizione fiera e carica di consapevolezza dei consiglieri indipendenti Adele Schiavo e Josi Della Ragione, la notizia fa il giro del web e diventa un “caso” (allegato l’articolo completo di freebacoli.net). Quasi nelle stesse ore la città di Mestre toglieva il nome di Cialdini ad una strada |
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Tutta colpa del Sud: un giovane storico, una vecchissima tesi e un altro libro da non comprare… |
Ancora un altro (l’ennesimo) saggio sul Sud ma contro il Sud scritto da un “giovane storico”, come lo definisce la recensione/intervista pubblicata in questi giorni dal Corriere del Mezzogiorno e con un titolo a tutta pagina molto chiaro (“Tutta colpa del Sud”). Dopo i testi pubblicati, tra gli altri, dai Cazzullo, dai Barbero, dalle De Lorenzo o dai Rizzo&Stella, ancora un saggio che da un lato, e per fini chiaramente pubblicitari, vorrebbe essere “provocatorio”, dall’altro ripete in maniera stanca e monotona le tesi di molti degli autori già citati. Si tratta di “Perché il Sud
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